COS’E’ LA VIOLENZA

A Cura di Francesco Longobardi 
Da circa cinque anni ho iniziato ad appassionarmi alle problematiche della violenza ed a lavorare per cercare di capire come contrastare il divulgarsi di questa problematica sociale. Sono arrivato ad una conclusione che tutto deve partire dall’infanzia. La violenza in fondo cos’è? Un atteggiamento innato o un comportamento appreso? La psicanalisi ci dice che si apprende dall’infanzia. Non siamo animali che mettono in atto comportamenti istintivi, siamo essere umani che operano delle scelte. E queste scelte possono essere modificate. Ma è da bambini che conosciamo la violenza. A volte anche solo osservando. Così, il fenomeno si riproduce. La famiglia, che dovrebbe essere il luogo della protezione e della sicurezza sociale per eccellenza, diventa la tana del lupo, dove si ripetono le dinamiche della violenza subita, osservata, riprodotta ed emulata. Il ruolo dei bambini è importante: spesso sono loro che ci portano ad agganciare gli uomini violenti, ed è grazie a loro che i padri il più delle volte si avvicinano a un processo di cura ed entrano in un centro anti-violenza. I figli dei maltrattanti sono un’esca. Ma non sempre. I lupi violenti possono anche essere padri amorevoli. In ogni caso, purtroppo, i bambini vedono, sanno, tacciono. E apprendono. Gli psicologi parlano di violenza assistita da parte dei figli. In Italia un dossier da poco divulgato da Save the children  dice che ammontano a 427mila i minori che in soli cinque anni hanno vissuto la violenza tra le mura domestiche. Che ne sarà di loro? Questi bambini e le bambine potrebbero diventare gli uomini e le donne maltrattanti di domani. Nella loro testa si crea un equivoco mostruoso: da una parte difendono ossessivamente la mamma, ma dall’altra emuleranno i padri. “I ragazzi apprendono che la violenza è comportamento accettabile e allo stesso tempo virile,” . Dunque è attorno a loro che ruota il processo di interruzione della catena degli abusi. È necessario metterli al riparo, intervenire tempestivamente, proteggerli e rimuovere lo choc psichico. Accade spesso che gli episodi di maltrattamento delle madri vengano rinnegati a voce, per poi riemergere nel tempo sotto forme diverse. È ad esempio altamente probabile che le bambine che hanno avuto un padre violento siano portate a cercare partner simili, e a subirne le azioni. I bambini non sono né Cappuccetto rosso né Hansel e Gretel, ma dalle favole possiamo apprendere molto: sono loro che ci portano a scovare la falla, a individuare il lupo mascherato da nonna, ad attraversare boschi con le briciole di pane che fanno da sentiero. Sono le vittime, le esche e la via d’uscita.

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