OOM TENTATI SUICIDI E AUTOLESIONISMO TRA GIOVANI “Dati choc con Covid” a cura di Francesco Longobardi

BOOM TENTATI SUICIDI E AUTOLESIONISMO TRA GIOVANI  “Dati choc con Covid”

A cura di Francesco Longobardi

Oltre a episodi di violenza, tra bambini e adolescenti sono in aumento quelli di autolesionismo e in alcuni casi anche tentativi di suicidio. Il fenomeno è in crescita ed è legato soprattutto alla pandemia Covid, a ciò si accompagna l’aumento dei ricoveri nei reparti di Neuropsichiatria . Nel mondo i suicidi sono al secondo posto tra le cause di morte nella fascia di età che va dai 15 ai 29 anni, secondo quanto indicato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Questa è la seconda causa di morte in Italia per i giovani dai 15 ai 24 anni. I dati Istat riferiscono che dei 4mila suicidi che si registrano nel nostro Paese, oltre il 5% riguarda ragazzi sotto i 24 anni. Un’emergenza nell’emergenza su cui ha acceso i riflettori Francesco Longobardi, presidente dell’associazione “ MEDEA ODV “ , impegnata nella tutela dell’infanzia e dell’adolescenza. ha spiegato, infatti, che «è anche a causa del Covid-19 e di questo periodo (con o senza lockdown) se sono aumentati atti autolesionistici e suicidari che hanno segnato una crescita di disturbi mentali sia nei ragazzi che nei bambini». Tra questi indica irritabilità, ansia, sonno disturbato.

Longobardi, ha spiegato che dopo la prima ondata Covid, quindi da ottobre ad oggi, è stato registrato un aumento di ricoveri del 30 per cento circa. Se fino ad ottobre si registrava il 70% dei posti occupati (8 in totale), oggi invece sono al completo. Impressionanti sono anche i dati relativi all’autolesionismo a scopo suicidario e non: nel 2011 ci sono stati per questo 12 ricoveri, nel 2020 invece oltre 300, quasi uno al giorno. La spiegazione è legata al lockdown per la pandemia Covid: «Gli adolescenti vivono con grande preoccupazione questo periodo e quindi c’è una ripercussione sui loro vissuti particolarmente importante», ha affermato a L’Espresso. All’ondata Covid ne seguirà un’altra altrettanto preoccupante: «Mi comincio a chiedere quando tutta questa emergenza sarà finita quello che dovremo gestire». Quando sarà finita l’emergenza sarà poi dura far uscire quella fetta di giovani che si è chiusa in casa, trascorrendo ore ai videogiochi senza interessi sociali. «È li che trovano rassicurazione. È lì che gli si rinforza il sintomo di una fobia sociale che spesso si accompagna a forme più o meno acute di depressione». Per questo consiglia ai genitori di stare attenti: «Condividete tempo e spazi con i figli».

“Credo che sia necessario rafforzare in modo particolare la rete psicologica nella scuola, la presenza dello psicologo nei plessi scolastici, soprattutto ora nel post pandemia, non significherebbe prevenire eventuali peggioramenti delle situazioni di disagio e a creare una rete tra scuola e servizi sanitari pubblici specialistici per dare una risposta terapeutica alle situazioni che lo richiedono”.

“In Francia ad esempio hanno messo a disposizione, gratuitamente, a tutti i ragazzi fino ai 18 anni uno psicologo proprio per affrontare disagi e problematiche provocate dalla pandemia. L’importanza del nostro ruolo di psicologi in questo momento e no solo in questo momento è chiara – conclude Longobardi – sia per interventi di cura sia per la prevenzione e per la promozione delle risorse”.

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