Gli aspetti psicologici del dover stare chiusi in casa

Gli aspetti psicologici del dover stare chiusi in casa

a cura di Francesco Longobardi

Riguardo gli aspetti psicologici Dr. Francesco Longobardi, presidente dell’associazione MEDEA ODV : «Doversi ricostruire “studenti” dalla sera alla mattina, senza i principali riferimenti reali, quali – appunto – la scuola e i compagni, crea inevitabilmente dei problemi di equilibrio psicologico che generano ansia e disturbi connessi. Ma la cosa va ben al di là dell’aspetto scuola, perché senza “socialità” un adolescente perde complessivamente i suoi riferimenti. Non è un caso, seppure può apparire paradossale – aggiunge l’esperta – che gli adolescenti che si sono meglio adattati a questa situazione di isolamento, trovandola addirittura preferibile rispetto alla normalità (circa il 10% secondo la nostra indagine), sono spesso quelli che nella vita reale hanno maggiori fragilità psicologiche e che a casa si sentono protetti». Vengono riferiti disturbi psicosomatici come “mal di testa e mal di pancia”, tristezza, ansia, manifestazioni di collera, aggressività verbale, difficoltà di concentrazione e attenzione durante le attività scolastiche online, e rifiuto di fare i compiti, anche in ragazzi che non avevano mai presentato difficoltà scolastiche. Come pediatri di famiglia abbiamo il compito di far emergere e intercettare precocemente questi segnali di malessere e aiutare i genitori e gli insegnanti a comprenderli ed affrontarli».

Ragazze più colpite dai disturbi rispetto ai coetanei

Nell’analizzare i dati dell’indagine è interessante osservare che la percentuale delle ragazze che indica questi disturbi è decisamente superiore rispetto a quella dei ragazzi. Come gli esperti ci confermano, non ci sono ragioni «organiche» perché ciò si verifichi e non è ragionevole attribuire questo fenomeno soltanto al fatto che le ragazze normalmente dedicano più ore allo studio, rispetto ai maschi, e dedurne che ciò nella situazione attuale significhi maggior tempo al computer. E allora? «Riferendomi alla mia esperienza e al mio punto di osservazione – sottolineo, le ragazze accusano maggiormente i disturbi indicati, mentre i ragazzi tendono ad esprimere il loro malessere e lo stress più con manifestazioni di rabbia. In questo, scuola reale e scuola virtuale probabilmente si somigliano molto».

Bambini e adolescenti, senza dubbio, sono stati e sono ancora tra i soggetti che più hanno avvertito gli effetti delle restrizioni e del lockdown dovuto all’emergenza sanitaria. Dall’inizio della pandemia, infatti, giovani e bambini sono stati privati della socialità, un elemento fondamentale per il loro sviluppo.

In particolar modo, quelli più a rischio sono proprio gli adolescenti che, vivendo i ripetuti obblighi di restare confinati in casa hanno iniziato ad usare più frequentemente i mezzi informatici. Non solo per le lezioni, dunque, computer, tablet e smartphone sono stati utilizzati anche per mantenere un contatto spasmodico con il mondo esterno.

Tuttavia questa ancora a cui molti giovani si sono aggrappati, potrebbe risultare a loro dannosa. Ecco lo studio che spiega gli effetti del lockdown sugli adolescenti e sul loro utilizzo del web. Scopriamo insieme quali sono e cosa possono fare i genitori per aiutare i propri ragazzi.

Il lockdown, l’obbligo di restare a casa e la solitudine sono ancora all’ordine del giorno per gli adolescenti e i ragazzini di oggi. L’emergenza sanitaria non è ancora terminata e ad ogni apertura, dopo poco, fa seguito una nuova chiusura. Gli effetti di queste restrizioni, ovviamente, cadono sulle spalle dei più giovani: in uno studio l’allarme.

La solitudine, infatti, è stata l’elemento caratterizzante di queste chiusure ed è stata sofferta soprattutto dagli adolescenti, la fascia d’età che più ha bisogno della socialità. Ma cosa possono fare i genitori per prevenire questi comportamenti dannosi per i propri figli adolescenti? Secondo la mia esperienza, bisogna innanzitutto darsi delle regole.

L’abuso di internet comporta l’utilizzo del web per più di 8 ore di seguito con i pasti consumati davanti allo schermo e i ritmi biologici di una giornata sballati. I giovani sono continuamente bombardati da notizie in rete e quelle, spesso inaffidabili, sul Coronavirus, non hanno fatto altro che accrescere i loro malesseri.  “Internet  è importante per le informazioni. Ma occorre darsi delle regole: per sapere l’andamento del Covid, decidere di controllarlo solo una volta al giorno, non di continuo senza sosta. Le notizie? Scegliere una rete seria, e seguire solo quella, poi staccarsi“

I genitori dovrebbero, dunque, fissare delle regole che riguardino l’uso degli strumenti digitali, ma anche coinvolgere i giovani in attività alternative, seppur obbligati a stare in casa.

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