NARCISISMO PATOLOGICO a cura di Enza Nardi

NARCISISMO PATOLOGICO


Care amiche e cari amici, parlo spesso di atti di violenza. Quando si ha a che fare con un manipolatore perverso non sempre ce ne accorgiamo. È una persona abile a celarlo. Cerchiamo di andare a fondo sul perché si arriva a tanto, senza fare discriminazione tra donna o uomo. In genere chi arriva a maltrattare un’altra persona è affetta da una “malattia” chiamata narcisismo patologico. Può colpire l’uomo quanto la donna. Il termine narcisismo un tempo era legato al mito greco Narcisio che a causa di un incantesimo fu destinato a innamorarsi della propria immagine. Il concetto di eccessivo amor proprio è stato riconosciuto e preso in esame nel corso della storia, ma solo in tempi recenti è stato definito in termini psicologici. Oggi con questo termine si vuole indicare il disturbo della personalità. Il soggetto che ne soffre – uomo o donna – sviluppa una vera e propria fissazione per l’immagine di sé che rimanda agli altri. Presta infatti enorme attenzione a quelli che sono i feedback da parte delle persone con cui intesse relazioni più o meno strette. Le persone affette da questo disturbo, tendono a lodare esageratamente le proprie capacità, anche quando di fatto non ne hanno. Pongono sé stessi al centro di ogni cosa diventando così l’oggetto di una compiaciuta e pretesa ammirazione. Si sentono unici e grandiosi a cospetto di tutti. I soggetti che manifestano narcisismopatologico sono ricchi di fantasia e vivono costantemente alternando momenti di verità con momenti di bugie senza limiti. Sfruttano il prossimo per raggiungere i propri scopi e disprezzano il valore dell’operato altrui. Senza dubbio dietro questa maschera i narcisisti nascondono una profonda insicurezza e fragile autostima. Pertanto si convincono che il diverso modo di pensare o di agire degli altri sia una critica verso loro o peggio ancora invidia perché nessuno – sempre secondo loro – può arrivare allo stesso livello. Non accettano le sconfitte e i fallimenti e quando questi avvengono attribuiscono la colpa agli altri, passando sempre per vittime. Tantomeno accettano la possibilità di essere inferiori. Quando si trovano di fronte all’incapacità di soddisfare l’elevata opinione che essi hanno di sé, i narcisisti rimangono in silenzio, si deprimono e/o si lasciano prendere dall’ira. L’impatto del narcisismo patologico può essere significativo in molti settori della vita. Diventa centrale soprattutto nelle relazioni sentimentali. In un primo momento chi conosce la persona con elevati livelli di narcisismo lo considera “la persona ideale”, quella che tutti sognano avere accanto. Inserita bene a livello sociale e professionale, molto sicura di sé, pronta a fare qualsiasi cosa per sorprendere e per aiutare.  Capace di fare vivere al partner una vita serena e sicura.  L’inganno riesce bene perché è molto abile a mostrare il meglio di sé e insabbiare il peggio di sé, ovvero il vero essere. Questa è la prima forma di raggiro e di manipolazione che mette in atto. Dopo aver ottenuto la totale fiducia ecco che passa alla fase successiva. Annienta la mente dell’altro, lo tiene sotto controllo, lo comanda e cancella la sua personalità. Lo fa sentire totalmente dipendente e insicuro di sé, facendogli credere che senza lui è una nullità. Tutti i tentativi che la “vittima” fa per cercare di cambiare il comportamento del narcisista, sono vani. L’essere che si considera supremo è infatti insensibile alla sofferenza altrui, non è empatico e non sa provare sentimenti, anche se vuole far credere il contrario. Il narcisista patologico utilizza violenza verbale e/o fisica. A livello verbale alterna momenti di estrema dolcezza a momenti di aggressività. Sono proprio queste oscillazioni a confondere l’altro, che si destabilizza e non sa più come comportarsi e finisce sempre per perdonarlo. A livello fisico è in grado di fare atti estremi sull’altro fino a portarlo anche alla morte. Le statistiche ci parlano di una prevalenza diuomini narcisisti, circa il 75%, rispetto le donne. Questo spiega perché è più frequente sentire di violenze sul genere femminile.  Già a partire dai 7 – 12 anni, si può parlare di disturbo di personalità narcisistico. È in quella fascia d’età, infatti, che emerge il senso dell’Io e la percezione di sentirsi ragazzi o ragazze speciali che meritano più degli altri. Una recente ricerca mostra come il narcisismo rimanga moderatamente stabile nel corso della vita, pur modificandone alcuni aspetti. Da decenni si sospetta che il tipo di educazione impartita ai bambini e il contesto dei social media influiscano sullo sviluppo di questo profilo psicologico. Ecco che ancora una volta sono chiamati in causa la famiglia e la scuola, il cui compito univoco dev’essere quello di modellare i palesi comportamenti narcisi. Educando correttamente le nuove generazioni si può evitare la sofferenzaaglialtri, ma anche a loro stessi. Impegniamoci tutti ad aiutare i giovani affinché possano salvarsi dall’essere vittime di narcisismo e quindi carnefici.

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